Assaggi di futuro
Articolo tratto da Next 69
Scriveva Pietro Gobetti: “Noi viviamo la Fabbrica, come un luogo di culto laico, dove le persone con amore per il lavoro, impegno, professionalità e passione realizzano beni e prodotti per la loro gratificazione e il bene di tutte le parti interessate”. È il luogo in cui stare insieme per uno scopo comune: Alimentare ed Alimentarsi di stima e fiducia reciproca; è il luogo dell’Educazione dove educare ed educarci, (educere = tirar fuori, allevare) tirar fuori da ciascuno di noi il meglio e il buono per creare ricchezza e benessere per tutti. La pandemia COVID-19 ha generato una crisi imprevista su comunità, famiglie, imprese e società civile di tutto il mondo poiché ha colpito il bene più prezioso della persona, la felicità. Questo evento così dirompente ha messo a nudo la condizione umana, ha fatto emergere la fragilità e l’impreparazione dell’uomo di fronte a difficoltà impreviste e sconosciute. Un avvio così complesso del nuovo decennio mette ancora più in luce la grandezza delle sfide che noi tutti dovremo affrontare per rendere le nostre aziende “comunità più forti e sicure”. Il diffondersi della pandemia è stato infatti un potente acceleratore di cambiamenti, ma anche un detonatore in situazioni critiche, che ha reagito alle difficoltà con proattività, trasformando i problemi in momenti esperienziali di crescita dell’organizzazione. La vulnerabilità dei processi ha originato sempre più questioni da gestire e problemi da risolvere generando alta complessità nel sistema aziendale. Quando la vita manifesta tutta la sua fragilità bisogna prima di tutto ricordarci “chi siamo” e allora bisogna moltiplicare gli sforzi per interrogarci su “come reagiamo” e “cosa facciamo”. La creazione del gruppo di lavoro delle prime linee “Fabbrica comune” è stato un passo importante verso la crescita di una leadership consapevole e responsabile e l’inizio di un percorso di sviluppo delle conoscenze e competenze di tutte le Persone Boxmarche. La complessità del momento ci impone di avere persone nuove e organizzazioni “adattive” fortemente motivate e concentrate sull’obiettivo comune e in grado di lavorare in “comune-comunita” (la tribù, qualcuno una volta usava questo termine). Persone che “allargano la vita”, persone che con entusiasmo abbracciano i propri compagni di viaggio e li accompagnano verso nuovi orizzonti e traguardi. Persone che ascoltano con ancora più attenzione, le esigenze e le aspirazioni dei nostri portatori di interesse. Occorre pertanto dare più enfasi a uno sviluppo inclusivo delle persone, che valorizzi le diversità individuali e professionali, presupposti questi per la vera creazione e conservazione di valore economico, sociale, ambientale per noi e per il nostro ecosistema.
Se “Il packaging è la lettera d’amore al consumatore” (Carlo Alberto Carnevale Maffè), non possiamo non avere persone innamorate, non possiamo non essere… un’azienda con l’anima. Sosteniamo da sempre che l’azienda, in quanto entità viva, è “in cammino, una carovana” sempre in movimento verso traguardi per ampliare gli orizzonti. Per questo dobbiamo rigenerare gli animi, produrre idee, dare priorità, riposizionare il nostro business, ricreare le condizioni di un nuovo sviluppo per proiettare la nostra azienda a costruire un futuro sostenibile insieme, per alimentare luce e speranza di felicità. I grandi temi che affascineranno il nostro futuro saranno:
– digitalizzazione tecnologica;
– apertura verso interattività, integrazione, condivisione;
– sostenibilità economica, ambientale, sociale, ovvero “sviluppo sostenibile”. Territorio.
In questa ottica dovremo concentrarci sui punti di forza quali l’innovazione tecnologica, la creatività, la conoscenza e la competenza delle nostre persone. Abbiamo sofferto in questo lungo periodo di pandemia, di solitudine e di incertezze dovute ad una condizione di vita vissuta nel buio del tunnel. Ora dobbiamo “trasformare le ferite in feritoie per far passare la luce della speranza”. L’atteggiamento, che sembra a volte di passività-inattività, deve cambiare e trasformarci in persone positive, entusiaste che pur nell’oscurità più fitta, diventano essi stessi luce che illumina il cammino degli altri.
“La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5;1 Ts 5,5)
Alimentare la luce e la solidarietà. “La vera luce, infatti, è quella che nasce dall’intimo della persona come irradiazione della sua esistenza e della sua risposta al bisogno di pienezza di vita”. C’è bisogno di profumo del futuro, l’ispirazione necessaria per poter condurre attività produttive concrete e volte a essere integrazione vera con la nostra terra e a realizzare comportamenti e azioni che prolunghino la durata degli effetti con una visione olistica della sostenibilità.
Andiamo avanti, il futuro è nostro.
Tonino Dominici
Presidente Boxmarche